venerdì 24 gennaio 2014

Cronaca di due settimane che ne valgono almeno quattro (parte 1)

Sono già passati 15 giorni ma l'intensità del tempo trascorso in questa grande città e la quantità delle cose in ballo fa sì che la sua percezione sia assolutamente fuori dall'ordinario.
L'impatto con la metropoli non è stato proprio subito facile. Eravamo già sicuri di come arrivare dall'aeroporto alla stazione di Stratford e poi avevamo studiato il successivo percorso - mappa Tube (metropolitana) + Google Maps - per arrivare alla nostra cameretta con bagno condiviso e uso cucina, affittata in una casa privata per i primi 10 giorni. Con l'aereo già in ritardo per nebbia, pausa panino, foto, Oyster card siamo arrivati a Green Street pensando di poter trovare la signora che gestisce l'abitazione presso il suo indirizzo privato. 
Ma la signora Maria non so come riesce ad intercettarci durante il tragitto e riconoscerci su una via affollatissima; ci dice che dovevamo arrivare prima, che lei è di fretta e non potrà avere il telefono acceso e consegnandoci le chiavi ci spiega in un inglese superveloce (standard per i locali) come raggiungere l'obiettivo. Capto alcune cose fondamentali ma non proprio tutto e con i nostri bei 30 kg di bagaglio a testa ci avviamo un po' titubanti ma fiduciosi.
Morale della favola per ben due volte ho tentato di aprire delle porte numero 67 che, sfortunate, si trovavano proprio sul lato giusto della strada e abbiamo visto comparire i loro abitanti, il primo con un sorriso di compatimento, il secondo decisamente più perplesso (con un asciugamano in vita) e abbiamo ringraziato di non essere in Italia dove qualcuno avrebbe chiamato i carabinieri. Tom a quel punto, sconfortato, si è seduto sopra una valigia e mi ha detto che non si sarebbe più mosso finchè non mi assicuravo che fosse il 67 giusto.
Alla fine, al terzo tentativo ce l'abbiamo fatta e scaricato il pesante fardello, London ci è sembrata più accogliente.
Da lì in poi abbiamo iniziato l'esplorazione: della nostra casa provvisoria, del nuovo territorio circostante (avete presente il film di qualche anno fa East is East?), dei supermercati della zona, dei take-away di ogni immaginabile cucina dove comprare qualcosa da mangiare in giro, RIGOROSAMENTE fritto, dei siti internet dove si trovano le offerte delle camere da affittare per periodi più lunghi, della pittoresca (dal nostro punto di vista, of course!) popolazione che riempie ogni angolo della città. Sono davvero, davvero tanti qui e in linea di massima corrono tutti.
Dobbiamo dire di essere stati fortunati perché praticamente a una settimana dal nostro arrivo, abbiamo firmato il contratto per la nostra camera (da dove sto scrivendo), con uso bagno e cucina e bancone colazione (occasionally!), lavatrice (+usufrutto di uno sportello per le stoviglie e piccolo frigorifero) alla modica cifra dell'equivalente di € 600 al mese. Che è un'esagerazione, lo so, ma qui è normale e poteva andare molto peggio.
Da sabato scorso abitiamo qui, in zona 4, periferia est di Londra; la casa è di una giovane famiglia inglese ma con origini bengalesi, papà, mamma e bimba di 3 anni e cercando di disturbarci il meno possibile è con loro che divideremo gli spazi comuni per i prossimi mesi e metteremo alla prova l'incrocio, sotto lo stesso tetto, di culture e abitudini così diverse. Avendo un indirizzo fisso abbiamo potuto fare la domanda per l'ammissione a scuola di Tom, ma l'attesa di 2 settimane (chissà perché sono così efficienti e veloci in tutto e per la scuola ci vuole così tanto) si sta rivelando piuttosto faticosa perchè l'anarchia, il girare senza meta e la noia vanno bene, sì, ma solo per qualche giorno e soprattutto non per un ragazzino di 11 anni senza compagnia se non quella di "the Mum".
Tom, mercoledì sera, prima di addormentarsi: "Se non vado a scuola divento pazzo".
Mi raccomando non ditelo ai suoi amici italiani.

              


7 commenti:

  1. Il peggio è fatto, adesso tutto sarà più facile, buona giornata e un abbraccio a Tom

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Silvano, credo proprio che tu abbia ragione. Tom i primi giorni continuava a ripetermi: KEEP CALM AND 8MISM.

      Elimina
  2. Forza Anuska, la casa e il quartiere mi sembrano belli, una volta a scuola Tommy, andrà sicuramente meglio! Ciao da Debora & Family.
    P.s. Tranquilla che anche Marco dopo qualche giorno a casa sclera che vuole andare a scuola!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Debora, lo so che tu mi capisci. Un abbraccio a tutti voi e Tom manda un saluto speciale a Marco.

      Elimina
  3. CIAOOO...concordo con i precedenti post....il peggio è passato....ora avete una casa, una scuola designata....e sicuramente passetto passetto le cose diventeranno sicuramente più facili...anzi belle e interessanti!!! keep calm e enjoy yourself!!! un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Quante dis/avventure! Ma voi siete due tipi tosti... e pian piano tutto si sistema! :)
    Un abbraccio

    RispondiElimina