lunedì 27 gennaio 2014

Cronaca di due settimane che ne valgono almeno quattro (parte 2)

In questi ultime settimane mi capita di collegarmi più spesso a FB, forse per sentirmi più vicina agli amici e sbirciare un po' cosa fanno, comunque mi sono imbattuta più volte nel tema della gentilezza.
Dal discorso dello scrittore George Saunders agli studenti di un università americana (vero Anna?), al post, condiviso da molti, che invita ad essere gentili con gli altri perché non si conosce la loro storia, a Repubblica di qualche giorno fa che pubblicava "L'importanza della gentilezza" di Corrado Augias.
Beh se devo riassumere questi ultimi 15 giorni in una parola, mi viene proprio in mente proprio questa: gentilezza.
È la cosa che forse mi ha stupito di più di questa frenetica città-mondo, visto che, dopo la sbrigativa padrona di casa del primo giorno, abbiamo sempre incontrato persone cortesi e disponibili. 
A partire dai nostri primi coinquilini, Dileep, bancario di origine indiana, che vive a Nottingham con la moglie e due figlie adolescenti ma che per lavoro sta via tutta la settimana e Mahmut, turco, in Inghilterra da quasi vent'anni, che ci hanno offerto quello che ci eravamo dimenticati di comprare e con molta semplicità ci hanno messo a disposizione le loro cose. E poi Anna, una giovane futuro medico olandese, qui a Londra per un tirocinio in un ospedale, che abbiamo conosciuto praticamente solo per una sera ma che qualche giorno dopo, quando noi già non abitavamo più lì, ci ha chiamato per una cenetta che lei ha cucinato per tutti gli ospiti della casa.



Ma anche le persone che sono in fila con te per ricaricare la tessera per i trasporti che si fermano e perdono qualche minuto per farti vedere come si fa. E ancora chi, se si accorge che sei straniero e non capisci proprio bene, ti ripete con pazienza le cose.
Come non raccontarvi dell'incontro con il vice-responsabile delle mitiche biblioteche londinesi Idea Store (se non sapete cosa sono andate a vedere il sito) che dopo una mia semplice mail dove gli raccontavo la nostra avventura, mi ha detto di passare per una chiaccherata e mi ha dato alcuni consigli per cercare di ottenere un lavoro presso una delle loro sedi o qualche altra biblioteca. 
Qualche giorno fa io e Tom siamo stati nel grande parco del nostro nuovo quartiere e passeggiando ho incrociato due ragazze che parlavano italiano; con un pizzico di spavalderia ho chiesto loro se abitavano nella zona; perché se in centro sentire parlare il nostro idioma è davvero cosa normale, qui in periferia diventa più raro. Così vengo a sapere che sono due sorelle di BELLUNO e la loro mamma è originaria dell'ALPAGO, cioè sono riuscita ad incontrare, dopo pochi giorni, in una città di quasi 9 milioni di abitanti qualcuno che viene dai miei stessi luoghi e che non sono esattamente il centro del mondo. Sarà destino, non so. Comunque la sorella maggiore, E., mamma di uno splendido bambino di 3 anni, David Jay, abita vicino a noi e ci ha già accolti a casa sua per un buonissimo caffè che alla fine è diventato una cena in compagnia. 
Sarà che qui sono abituati a tanta gente che arriva da ogni parte e in ogni momento, sarà che la cortesia fa parte della loro educazione ma l'impressione è che da noi, invece, la stiamo perdendo per strada, insieme a tante altre belle cose che fanno parte della nostra cultura.
Quindi con o senza crisi, più o meno poveri, la gentilezza costa davvero poco e rende le giornate più "dolci" a chi la usa e a chi la riceve.
WELCOME TO LONDON.

venerdì 24 gennaio 2014

Cronaca di due settimane che ne valgono almeno quattro (parte 1)

Sono già passati 15 giorni ma l'intensità del tempo trascorso in questa grande città e la quantità delle cose in ballo fa sì che la sua percezione sia assolutamente fuori dall'ordinario.
L'impatto con la metropoli non è stato proprio subito facile. Eravamo già sicuri di come arrivare dall'aeroporto alla stazione di Stratford e poi avevamo studiato il successivo percorso - mappa Tube (metropolitana) + Google Maps - per arrivare alla nostra cameretta con bagno condiviso e uso cucina, affittata in una casa privata per i primi 10 giorni. Con l'aereo già in ritardo per nebbia, pausa panino, foto, Oyster card siamo arrivati a Green Street pensando di poter trovare la signora che gestisce l'abitazione presso il suo indirizzo privato. 
Ma la signora Maria non so come riesce ad intercettarci durante il tragitto e riconoscerci su una via affollatissima; ci dice che dovevamo arrivare prima, che lei è di fretta e non potrà avere il telefono acceso e consegnandoci le chiavi ci spiega in un inglese superveloce (standard per i locali) come raggiungere l'obiettivo. Capto alcune cose fondamentali ma non proprio tutto e con i nostri bei 30 kg di bagaglio a testa ci avviamo un po' titubanti ma fiduciosi.
Morale della favola per ben due volte ho tentato di aprire delle porte numero 67 che, sfortunate, si trovavano proprio sul lato giusto della strada e abbiamo visto comparire i loro abitanti, il primo con un sorriso di compatimento, il secondo decisamente più perplesso (con un asciugamano in vita) e abbiamo ringraziato di non essere in Italia dove qualcuno avrebbe chiamato i carabinieri. Tom a quel punto, sconfortato, si è seduto sopra una valigia e mi ha detto che non si sarebbe più mosso finchè non mi assicuravo che fosse il 67 giusto.
Alla fine, al terzo tentativo ce l'abbiamo fatta e scaricato il pesante fardello, London ci è sembrata più accogliente.
Da lì in poi abbiamo iniziato l'esplorazione: della nostra casa provvisoria, del nuovo territorio circostante (avete presente il film di qualche anno fa East is East?), dei supermercati della zona, dei take-away di ogni immaginabile cucina dove comprare qualcosa da mangiare in giro, RIGOROSAMENTE fritto, dei siti internet dove si trovano le offerte delle camere da affittare per periodi più lunghi, della pittoresca (dal nostro punto di vista, of course!) popolazione che riempie ogni angolo della città. Sono davvero, davvero tanti qui e in linea di massima corrono tutti.
Dobbiamo dire di essere stati fortunati perché praticamente a una settimana dal nostro arrivo, abbiamo firmato il contratto per la nostra camera (da dove sto scrivendo), con uso bagno e cucina e bancone colazione (occasionally!), lavatrice (+usufrutto di uno sportello per le stoviglie e piccolo frigorifero) alla modica cifra dell'equivalente di € 600 al mese. Che è un'esagerazione, lo so, ma qui è normale e poteva andare molto peggio.
Da sabato scorso abitiamo qui, in zona 4, periferia est di Londra; la casa è di una giovane famiglia inglese ma con origini bengalesi, papà, mamma e bimba di 3 anni e cercando di disturbarci il meno possibile è con loro che divideremo gli spazi comuni per i prossimi mesi e metteremo alla prova l'incrocio, sotto lo stesso tetto, di culture e abitudini così diverse. Avendo un indirizzo fisso abbiamo potuto fare la domanda per l'ammissione a scuola di Tom, ma l'attesa di 2 settimane (chissà perché sono così efficienti e veloci in tutto e per la scuola ci vuole così tanto) si sta rivelando piuttosto faticosa perchè l'anarchia, il girare senza meta e la noia vanno bene, sì, ma solo per qualche giorno e soprattutto non per un ragazzino di 11 anni senza compagnia se non quella di "the Mum".
Tom, mercoledì sera, prima di addormentarsi: "Se non vado a scuola divento pazzo".
Mi raccomando non ditelo ai suoi amici italiani.

              


venerdì 17 gennaio 2014

Primo post firmato Tom

Nell'attesa che accettino la mia iscrizione a scuola, io e "The Mum" ce ne andiamo un po' in giro facendo finta di essere turisti. Oggi siamo andati nella zona di South Kensington dove ci sono dei fantastici musei come il National History Museum che abbiamo visitato oggi e sono tutti gratis!!!



Lì mi è capitato di fare la conoscenza di un T-rex 







e di incontrare un gruppo di piccoli scienziati, 


di rendermi conto di quanto ero brutto a sette mesi nella pancia della mamma e di togliermi ogni dubbio su come funziona la riproduzione umana



Poi ho guidato una Porsche nuova fiammante e ho partecipato ai preparativi per il capodanno cinese da Harrods.



La giornata è stata intensa e alla fine siamo tornati volentieri nella nostra sweet room.
Domani è giorno di trasloco.
Tom
                        

lunedì 13 gennaio 2014

Chi sono quei due?

Di solito si inizia con le presentazioni.
"The mum" sono io e alle soglie dei quarant'anni, un po' nauseata da quello che non sta succedendo in Italia, forte del mio precariato e quindi con non molto da perdere dal punto di vista delle prospettive professionali, ho deciso che se c'era un momento per guardarsi un po' attorno, rimettersi ad imparare qualcosa di nuovo, per scrollarsi di dosso qualche anno di abitudini tranquille al limite della pigrizia era proprio questo. Anche per allenarsi a quello che ci aspetterà nel futuro che in realtà è già qui ma non ce ne siamo nemmeno accorti (o almeno molti di noi).
Era giunta l'ora quindi di provare a realizzare un progetto che da un po' di anni mi frullava in testa. 
Chi è il mio compagno d'avventura? 
E' Tom, spavaldo undicenne (ma in realtà lui è convinto di averne almeno sedici) in piena preadolescenza di cui sono faticosamente e orgogliosamente la mamma.
Cosa facciamo qui?
L'intenzione è di fare un sacco di cose, ma ve lo racconteremo un po' alla volta attraverso il blog così, in questo modo, possiamo anche aggiornare gli amici che si chiedono cosa stiamo combinando.
Intanto le nostre parole d'ordine sono imparare e risparmiare. Sì, perchè non è certo una leggenda metropolitana che questa grande città sia una tra le più costose al mondo ma cercheremo d'ingegnarci e sfoderare tutto il nostro spirito di adattamento.
So, enjoy e noi speriamo che ce la caviamo.