venerdì 27 giugno 2014

Numeri a confronto

Anche qui a Barking and Dagenham, il “comune”, borough  nell’est di Londra (la città Greater London ne ha 33), dove viviamo io e Tom, ci sono state le elezioni. Percentuale media di affluenza circa 37%, ha vinto di nuovo il Labour Party e sulla foto vedete alcuni dei candidati. Il signore sikh, arrivato dal Punjab nel 1963, si chiama Singh ed è l’ex sindaco, i nomi degli altri due candidati sono Jeanne e Faraaz. 









Foto by Darren Rodwell on behalf of Barking’s Labour Council candidates


In Italia la scorsa domenica ci sono stati i ballottaggi mentre qui, nel Regno Unito, nell’ultima settimana erano attesi i risultati delle elezioni nel distretto di Newark poco dopo le votazioni per il Parlamento Europeo che ha visto l’exploit dell’UKIP, il partito dell’ormai notissimo Farage. In questo appuntamento elettorale si è riconfermato invece il candidato dei Tory distanziando il rappresentante dell’UKIP di quasi il 20% e rasserenando molti animi preoccupati anche se l’affluenza ha avuto un crollo verticale rispetto alle ultime elezioni. Devo ammettere che non conoscevo per niente Farage e il suo partito, e anch’io ho cercato di informarmi. Di certo c’è che le dichiarazioni fatte da alcuni importanti esponenti dell’UKIP sono inequivocabili e non direi proprio “progressiste” e il loro leader non ne ha mai preso le distanze. 
L’unica considerazione che mi sento di fare è che molti inglesi inglesi, di etnia bianca per capirci, e gli inglesi di tutte le altre numerosissime etnie miste e non, che vivono in UK da un paio di generazioni o da moltissimi anni, cominciano ad essere insofferenti riguardo la politica sull’immigrazione e del sistema di welfare, sotto certi punti di vista generosissimo, che però molte volte penalizza pesantemente chi vive qui da sempre. 
Se vogliamo, sono gli stessi discorsi che sentiamo in Italia negli ultimi anni (aggravati dalla pesante situazione economica) con la differenza che qui sono arrivati e continuano ad arrivare in tantissimi. Qualche mese fa si parlava di una quantità di persone corrispondente circa ad un aereo che, solo dall’Italia, ogni settimana arriva a Londra (dentro la statistica c’è anche chi scrive) per fermarsi in cerca di lavoro e fortuna.

Ora, anche se non c'è una diretta connessione con l'argomento precedente, lascio che parlino alcune cifre: 
Comune di Treviso:   abitanti  83.000,  densità abitativa 1.497 ab/kmq
Barking and Dagenham:   abitanti 187.000, densità abitativa  5.200 ab/kmq  
etnie 49,5% bianchi britannici, 0,9% bianchi irlandesi, 0,1% bianchi gitani, 7,8% altri bianchi, 1,4% bianchi e neri caraibici, 1,1% bianchi e neri africani, 0,7% bianchi e asiatici, 1% altri misti, 4% indiani, 4,3% pakistani, 4,1% bengalesi, 0,7% cinesi, 2,8% altri asiatici, 15,4% neri africani, 2,8% neri caraibici. 
Regione del Veneto:   abitanti  4.914.000, densità abitativa 267 ab/kmq.
Greater London:   abitanti 8.308.000, densità abitativa 5.285 ab/kmq         se si calcola l’area metropolitana che converge quotidianamente sul centro per il lavoro si arriva a circa 14 milioni di persone senza calcolare le centinaia di migliaia di turisti e studenti. 
Chi viene a visitare Londra e la trova un poco affollata non dica che non è stato avvisato. 
Dati (arrotondati) fonte Wkipedia.

venerdì 6 giugno 2014

L'importanza delle parole

Da quando sono a Londra ho cercato di leggere libri in lingua inglese per fare quella che si definisce una “full immersion” e migliorare più in fretta le mie capacità linguistiche.
Mi sono iscritta alla fornitissima biblioteca pubblica e, per iniziare gradualmente, ho preso in prestito qualche libro per ragazzi e young adult  (giovani adulti) sapendo che in questa categoria ci sono testi ben scritti e godibilissimi anche per noi grandi. Poi sono passata ad un paio di romanzi, fiction li chiamano qui, non troppo complessi. Quando ho terminato “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier potendo affermare, in modo convinto,  di essermelo “gustato” oltre che di averlo capito, ho preso coraggio e sono passata alle cose impegnative.
Sapevo che i miei amici de “La Cittadella dei Lettori”, il gruppo di lettura che ha sede nella biblioteca comunale di Pieve di Soligo, si erano inoltrati alla scoperta di Alice Munro, ultimo premio  Nobel  per la letteratura, e per restare al passo ho iniziato un suo libro di racconti.
Con fatica ho finito il primo servendomi ogni  3-4 parole dell’ottimo  servizio di Google Traduttore. Ma è stato un esercizio faticoso che non lasciava niente al piacere della lettura.
E così ho capito che quando un libro è  piacevole, non solo per la capacità della storia che racconta di prenderci e interessarci, ma anche e soprattutto per la bellezza delle parole, per la maestria di chi scrive di comporre le frasi facendo apparire paesaggi, pennellando volti e caratteri, portandoci dentro un’atmosfera o un sentimento, non puoi leggerlo con il dizionario di fianco ma devi, davvero, aver fatto “tua” quella lingua.
E ho realizzato, nello stesso momento, quanto siano bravi i traduttori, per lo più sconosciuti e mal pagati, che devono riuscire a ricreare le stesse sensazioni, la stessa magia riportandole da una lingua ad un’altra.
Ci si rende conto di quanto siano importanti le parole e della differenza tra padroneggiare un idioma e saperlo solo abbastanza bene anche quando si è in un paese non della propria lingua madre e ci si accorge di perdere per strada le sfumature, di non capire del tutto le battute di non sapere far arrivare agli altri pienamente quello che si vorrebbe.

Auguro ai nostri ragazzi che si affacciano su un mondo globalizzato e in continua e veloce trasformazione di arrivare davvero a “possedere” le parole, prima quelle della propria lingua e poi anche in quella che è diventata ormai “obbligatoria”, l’inglese. Perché possano cogliere ed esprimere la bellezza. 

martedì 27 maggio 2014

La musica ... nell'aria

Ecco un’altra occasione che mi fa essere contenta di vivere momentaneamente in una enorme e super -affollata città.
Per  il terzo anno consecutivo nella centralissima Trafalgar Square, sicuramente la piazza più conosciuta di Londra, alle spalle dell’ammiraglio Horatio Nelson in cima alla sua colonna, si è svolto BMW LSO Open Air Classic.

Domenica 11 maggio, in una London ventosa e di nuovo fredda, una grande folla di persone, turisti e Londoners, ha potuto partecipare gratuitamente ad un evento che ha portato la grande musica classica fuori dalle sale da concerto, in uno spazio aperto, insolito e decisamente popolare.

 La London Symphony Orchestra  è una delle maggiori orchestre del Regno Unito e una delle più prestigiose al mondo. Molti sicuramente l’hanno vista durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi del 2012 quando si è prestata alla simpatica gag con Mr Bean e poi più seria durante la cerimonia di chiusura.












Diretta dal maestro russo Valery Gergiev, (contestato animosamente durante il concerto, da alcuni attivisti e simpatizzanti dell’Ucraina, per il suo appoggio a Putin), ha proposto per 90 minuti, ad un pubblico indubbiamente variegato, un repertorio tratto dalle opere di Prokofiev; alcuni brani sono stati eseguiti dai maestri esperti insieme ad alcune decine di giovani musicisti, emozionati ma davvero professionali, provenienti dai quartieri dell’East London. Davvero emozionante. Anche noi del pubblico, vista l’atmosfera informale, abbiamo partecipato attivamente al concerto con una performance di migliaia di percussioni, scuotendo, rigorosamente a tempo, ognuno il proprio mazzo di chiavi.

Ringrazio la LSO e BMW (bello, quando il settore privato rimette in circolo i profitti per qualcosa di importante e condiviso con la gente) del bel regalo per la festa della mamma, che mi sono goduta in compagnia del mio giovane pianista in erba.



Piccoli blogger crescono

Cari amici che seguite le nostre piccole avventure sul blog volevo avvisarvi per chi non lo ha letto su Facebook che da un paio di settimane siamo pubblicati anche sul sito di OggiTreviso (dalla redazione de Il Quindicinale) sulla sezione dedicata ai blog.
Prima lo potete trovare lì ma poi lo ripubblicherò in queste pagine.
Grazie per l'affetto.
Anuska

venerdì 18 aprile 2014

Orgoglio italiano, anzi veneto

Ieri sono riuscita a colmare una grande mancanza delle mie varie visite a Londra e finalmente sono entrata in quello scrigno di bellezza che è la National Gallery.

Dal 19 marzo fino al 15 giugno c'è la mostra dedicata a Paolo Veronese e ancora per pochi giorni i due Girasoli di Van Gogh uno di fianco all'altro.
Migliaia di persone ogni giorno si fermano qui qualche ora ad ammirare i più grandi capolavori della storia della pittura mondiale e davvero molto arriva dall'Italia.

Già dalla biglietteria e dal servizio informazioni si sentiva l'aria del Bel Paese, praticamente ieri mattina gran parte del personale era italiano anche se ovviamente perfettamente fluently english speaking
Poi entrando alla mostra è stato impossibile trattenere un fortissimo sentimento di orgoglio per la terra da cui provengo; mi sarei messa un bel cartello al collo "Anch'io sono VENETA (non venetista, sia chiaro!), le bellezze che voi vedete sullo sfondo di questi meravigliosi quadri, io le posso vedere direttamente con i miei occhi tutti i giorni"
Una gigantesca cartina di Venezia, del Veneto e di Verona accoglierà all'ingresso le centinaia di migliaia di visitatori, in questo caso paganti, che godranno dell'esposizione.


I dipinti provengono dalle collezioni dei più importanti musei del mondo ed è un'occasione vederli tutti insieme. Ma noi abbiamo la fortuna di poter vedere le opere più belle del Veronese lì proprio nei luoghi per cui sono state create; uno per tutti comodo e vicino a casa... Villa Barbaro a Maser.
Quindi la domanda è scontata: ma noi quando ci siamo addormentati? Perchè io e la mia amica Dina con i nostri ragazzi abbiamo visto la più grande mostra degli ultimi anni su Pompei e Ercolano organizzata, tanto per cambiare dal British Museum, una sera per pura furtuna al cinema solo perchè la prestigiosa istituzione inglese ha venduto per pochi giorni i diritti all'Italia? Perchè loro sono riusciti a guadagnare esponendo reperti per la maggior parte provenienti da Napoli e noi non siamo capaci?
Ieri mi veniva quasi da piangere, commossa da tanto talento, infuriata dalle occasioni sprecate.

domenica 30 marzo 2014

Girare in economia

Ogni domenica, da quando Tom va a scuola, cerchiamo di prenderci un po' di tempo per vedere e scoprire qualcosa di nuovo della città che ci ospita. Oggi dopo un caffè a Piccadilly con un amico pievigino, approfittando delle temperature di nuovo tiepide, abbiamo gironzolato tra Green Park e Hyde Park invasi di biciclette, pattinatori di tutte le età e migliaia di persone distese sui verdissimi prati.



C'erano anche dei "donatori di abbracci gratuiti" e naturalmente ne abbiamo approfittato..

Abbiamo concluso la domenica pomeriggio con una visita a Westminster Abbey, la chiesa dove si sono sposati Kate e William per intenderci, ma il biglietto d'ingresso è piuttosto costoso (quasi 20 € a testa) e così abbiamo optato per assistere alla messa del pomeriggio secondo il rito anglicano.
Entrata gratuita (non abbiamo visto tutto, però), nuova esperienza e cosa dire del meraviglioso coro che allietava la funzione? Molto bravi, ma durante il brano in latino di canto gregoriano non ero sicura della sopravvivenza di Tom (neanche mia a dire il vero!). Alla fine ci è venuta la ridarella, o per dirla alla venexiana, il boresso.


lunedì 17 marzo 2014

Il potere internazionale del tiramisù

Un paio di settimane fa mi è capitato di essere indirettamente coinvolta in una situazione che pensavo non fosse più possibile nella Londra "futuristica" del 2014.
E' vero che abbiamo scelto di abitare nell' East End e abbiamo affittato una stanza nella casa di una famiglia con origini bengalesi ma lo stesso mi sono sentita come in un film.
In poche parole, la sorella ventitreenne della mia "landlady" (padrona di casa) ha ricevuto, a casa della mamma, la prima visita della famiglia, al completo, del suo futuro sposo per combinare il loro prossimo fidanzamento e poi il matrimonio. 
I due giovani NON SONO MAI USCITI INSIEME e potranno iniziare a frequentarsi nel momento in cui le due famiglie si saranno accordate secondo le tradizioni della loro cultura.
Vista l'importanza dell'incontro, con annesse aspettative e ansie da prestazione, c'è stato un gran daffare da parte di tutta la famiglia per presentarsi al meglio e offrire ogni tipo di bontà dolce e salata. Assistendo a una conversazione telefonica tra sorelle, alla parola TIRAMISU', mi sono quasi commossa, e con orgoglio mi sono proposta, in qualità di esperta e portatrice di trevigianità (acquisita), di aiutarla a preparare quella squisitezza, considerato che è uno dei pochi dolci che mi riesce bene.
Così la sera prima del grande giorno ci siamo messe a montare chiare d'uovo, mescolare, spalmare con tanto di fotografie a documentare il procedimento e alla fine il tiramisù è riuscito lì dove la lingua e la cultura non sono arrivate.


Magari non siamo diventate amiche fraterne ma il rapporto si è poco poco intiepidito e c'è stato un passo avanti nella comunicazione reciproca.
So che non potrà essere decisivo nelle questioni gravi e delicate come quelle dei nostri Marò in India ma nel piccolo preparare e condividere il  buon cibo che è anche parte della nostra cultura può diventare un ponte.
Quindi più tiramisù nelle relazioni internazionali, anzi più tiramisù per tutti.